Se state leggendo l’articolo sono due i motivi; o siete fan della giovane predatrice di tombe o evidentemente il titolo così forte ha fatto il suo dovere. O entrambi, perché no. In ogni caso siete nel posto giusto perché oggi siamo qui appunto per parlare di Lara Croft, nella versione remake fatta da Square Enix a partire dal 2013. Probabilmente Lara è una della protagoniste di videogiochi più famose al mondo, se non la Più famosa in assoluto. Dopotutto accompagna i videogiocatori da circa 25 anni arrivando anche nel mondo del cinema con diverse pellicole. Prosperosa, vitino d’ape, treccia lunga e doppie pistole: chiunque associa facilmente questa descrizione alla signorina Croft.
La nuova Lara Croft.
Ma nel 2013 inizia una nuova trilogia prodotta da Square Enix, con un Remake completo del personaggio. Quella che ci viene presentata non è la Lara che tutti conosciamo, ma una ragazza apparentemente normale, fragile e più proporzionata anche nel fisico. La conosciamo che naufraga sull’isola di Yamatai, ferita e spaventata, emozioni mai viste fin’ora nel suo vecchio stile. E sulle sue emozioni giocano molto gli sviluppatori: soprattutto nelle prima fasi di gioco, durate il Gameplay stesso, Lara si lamenta, piange, procede a fatica e appare decisamente disorientata. È una ragazza giovane sotto shock, tutto qui. E questo porta il giocatore a immedesimarsi nella protagonista, generando empatia. Tolte le grandi abilità acrobatiche e le conoscenze che possiede di base, non ha nulla della vecchia Tomb Raider.
Poi succede. Viene catturata e per riuscire a scappare è costretta a uccidere. La sua prima uccisione. Nonostante l’istinto di sopravvivenza la porta ad agire in modo istintivo la reazione al suo gesto ci mostra come sia turbata e sconvolta. Come sia umana. Certo, da quel momento in poi sotto nostre direttive da player diventa una sadica assassina, collezionando montagne di cadaveri tra umani, mostri e animali selvatici. Praticamente da sola porta all’estinzione ogni forma di vita sull’isola di Yamatai, ma questi sono dettagli. Senza contare che continua la sua carneficina anche in Russia nel secondo capitolo della trilogia, Rise of Tomb Raider.
La storyline è certamente più profonda e motiva la sua ossessione verso i membri dell’organizzazione conosciuta come Trinità. Ma noi ci vogliamo focalizzare solo sulla sua crescita caratteriale, e il punto di svolta definitivo lo troviamo nel terzo gioco Shadow of a Tomb Raider. La sua ossessione nel fermare la Trinità la fanno apparire ormai quasi al limite della follia, il che può essere giustificato anche da tutto quello che ha già affrontato nei giochi precedenti, senza contare i retroscena familiari. È giunta ad’un punto in cui si reputa la sola in grado di combattere l’oscuro potere che minaccia il mondo, e probabilmente è anche vero, ma le sue azioni stanno causando parecchi danni a persone innocenti e viene duramente criticata e colpevolizzata dall’unica persona che l’ha sempre sostenuta, il suo amico Jonah. Improvvisamente perde tutte le sue sicurezze tornando a essere fragile, disperata. Fino ad un punto di rottura: Lara si sveglia. Risorge. Nel suggestivo video cinematico che accompagna questo momento la vediamo letteralmente emergere dalle acque nere, sicura di se, oscura e terribile. Un angelo della morte che si abbatte sui suoi nemici che fuggono in preda al panico.
Chi ha giocato la trilogia completa e magari senza troppo distacco di tempo tra un capitolo e l’altro, può sicuramente capire l’amozione di questa sequenza, la forza narrativa che trasmette. Ora Lara sembra la versione femminile di Rambo nella sua faida personale. Determinata, forte, ineluttabile (tanto ormai sapete tutti che significa).
Nonostante i giochi possano essere piaciuti o meno, questo aspetto del carattere del protagonista è stato sicuramente un punto chiave che ha reso la nuova trilogia di Tomb Raider ancora più degna di essere giocata. Vi lasciamo il link del video con le due scene chiave di questa esperienza videoludica. Buona visione e fateci sapere le vostre opinioni a riguardo! GG